Mercoledì, 28 Settembre 2022 15:15

Troppo lunghi i tempi della politica federale - Il Federalista

Legittimo rassegnarsi all’inevitabile aumento dei costi … e dei premi di Cassa malati?
 
(sommario) La continua crescita dei costi della salute e il conseguente aumento dei premi di Cassa malati, destinati a coprire solo una parte dei costi, sono temi che da anni preoccupano e occupano la Politica federale, ma non solo. I proclami e le buone intenzioni vanno tradotti in decisioni del Parlamento federale, che spesso devono trovare anche una conferma popolare. Il nostro sistema federalista, che vede 26 Cantoni chiamati ad applicare la legge federale (la LAMal) tenendo in considerazione i bisogni e le contingenze specifiche dei propri territori, rende assai difficili scelte radicali e incisive. La ricerca del compromesso che non accontenta tutti prende infine troppo tempo e allontana la soluzione dei problemi, a scapito dei cittadini-assicurati-pazienti-contribuenti.
 
Il Consiglio federale (CF) ha recentemente bocciato su preavviso del Capo del Dipartimento federale dell’Interno (DFI), il Consigliere federale (CF) Alain Berset, la proposta di un nuovo sistema tariffale TARDOC per le prestazioni mediche ambulatoriali in sostituzione dell’attuale TARMED, in vigore dal 2004 e, da tempo, da tutti considerato obsoleto.
L’Ufficio federale della salute pubblica (UFSP) giunge infatti alla conclusione che il nuovo TARDOC non rispetterebbe la “neutralità dei costi” imposta per il trapasso dall’attuale sistema tariffale a quello nuovo. Vani sono stati gli sforzi avviati 8 anni or sono per giungere a una revisione voluta da tutti i fornitori di prestazioni e da tutti gli assicuratori malattia. Ma si sa, che tra il dire e il fare, …
Il fallimento delle prime negoziazioni tra i partner tariffali (ma si può ancora parlare di partenariato?) sulla revisione del TARMED aveva già indotto il CF a intervenire due volte in via sussidiaria: nel 2014, con una puntuale riduzione lineare di alcune prestazioni, in particolare tecniche (radiologia, radioterapia, ecc.), e nel 2018, con una revisione che aveva penalizzato le prestazioni specialistiche a favore della medicina di base e della pediatria.
Grazie a questi due interventi, l’aumento dei costi del settore ambulatoriale ha potuto essere “frenato”, ma l’effetto calmierante è stato solo di breve durata. I costi del settore ambulatoriale, anno dopo anno, sono tornati a crescere.
A rafforzare questo trend, il 1° gennaio 2019 è entrata in vigore l’Ordinanza federale per il “primato delle prestazioni ambulatoriali rispetto a quelle stazionarie”: sei gruppi di interventi (chirurgici) sono rimunerati solo se eseguiti ambulatorialmente, salvo sussistano circostanze particolari che ne richiedono l’esecuzione in ambito stazionario.
L’effetto sui costi a seguito di questo trasferimento di attività è stato stimato nel 2018 dall'Osservatorio svizzero della salute (Obsan): per il solo 2016, si ipotizzava uno spostamento di 33’000 casi di ricovero che avrebbero potuto essere operati come ambulatoriali.
Con l’applicazione di questa ordinanza, un aumento dei costi ambulatoriali e, pertanto, dei premi di Cassa malati sembra essere programmato, a maggior ragione se progresso tecnico, tecnologico e della medicina indurranno in futuro un trasferimento ancor più marcato di attività dallo stazionario all’ambulatoriale.
I trattamenti ambulatoriali e stazionari dell'assicurazione obbligatoria delle cure medico-sanitarie (AOMS) sono oggi finanziati in modo diverso. Ciò crea vari incentivi sbagliati: i servizi ambulatoriali sono interamente finanziati dagli assicuratori tramite i premi, pagati dagli assicurati; le prestazioni ospedaliere sono cofinanziate dai cantoni fino al 55% e dagli assicuratori. I risparmi di oltre 90 milioni di franchi sono stati realizzati principalmente dai Cantoni. I calcoli mostrano che non ci sarà alcun impatto sui premi, ma, con il senno di poi, personalmente non ne sono così convinto.
E pensare che, proprio per (ri)equilibrare l’evoluzione dei costi (in continuo aumento quelli ambulatoriali; stagnanti quelli stazionari) era stata lanciata nel 2009 (!) un’iniziativa parlamentare volta a modificare la LAMal con un “finanziamento uniforme delle prestazioni ambulatoriali e stazionarie” (monismo).
Ben 10 anni dopo, nel suo rapporto del 5 aprile 2019, la Commissione della sicurezza sociale e della sanità del Consiglio nazionale (CSSS-N) propone un finanziamento uniforme delle prestazioni ambulatoriali e stazionarie, escluse le prestazioni per l’assistenza di lunga durata (istituti di cura e aiuto domiciliare), poi approvato il 26 settembre 2019 dal Consiglio nazionale.
Nel suo parere, del 14 agosto 2019, il Consiglio federale accoglie sostanzialmente con favore il progetto della CSSS-N. Ritiene tuttavia che un finanziamento uniforme dovrebbe essere attuato in collaborazione con i Cantoni e che sono ancora necessari adeguamenti nel loro interesse, compresa l'inclusione delle prestazioni per l’assistenza di lunga durata. Con il rapporto del 25 novembre 2020 in adempimento di due postulati, il Consiglio federale mostra che le condizioni necessarie per arrivarci, per esempio sulla trasparenza dei costi, possono essere create entro cinque anni.
Da parte sua, il Consiglio degli Stati, come secondo consiglio, ha incaricato l'amministrazione di redigere due rapporti per esaminare, tra l'altro, le richieste dei cantoni. I rapporti sono stati presentati il 30 novembre 2020 e il 29 ottobre 2021 e sono stati entrambi pubblicati. I temi trattati comprendono la possibile inclusione delle prestazioni per l’assistenza di lunga durata, le conseguenze finanziarie per i cantoni e per gli assicuratori e l'attuazione tecnica del finanziamento uniforme.
 
Questi sono i tempi della politica: troppo lunghi!
 
Una valida iniziativa parlamentare del 2009 che guardava con lungimiranza a voler porre un rimedio alla disparità di finanziamento dei costi stazionari e ambulatoriali, nel 2022 non è ancora evasa. Lo sarà, se i Cantoni daranno il loro accordo, forse solo nel 2025. Infatti, la Conferenza dei Direttori e delle Direttrici dei Dipartimenti della sanità (GDK-CDS) sostiene che un finanziamento uniforme nel settore ambulatoriale e in quello ospedaliero non può che portare a un reale miglioramento solo se anche l'assistenza di lunga durata viene inclusa nel modello di finanziamento, ciò che conferma la complessità del sistema e la difficoltà di mettere tutti d’accordo.
Ben venga, pertanto, la recente decisione del Consiglio nazionale di respingere l’iniziativa popolare socialista per limitare l’onere dei premi al 10% del reddito disponibile e di approvare un controprogetto con lo scopo di calmierare entro breve l’aumento dei premi grazie allo stanziamento di altri 2.2 miliardi di franchi per aumentare i contributi del 40%, passando dagli attuali 5.5 a 7.7 miliardi di franchi. La Confederazione si assumerebbe 1.3 miliardi in più, i Cantoni 900 milioni.
Purtroppo, però, il Consiglio degli Stati, proprio negli scorsi giorni, ha rinviato la decisione di aumentare del 30% il contributo federale alla riduzione dei premi di cassa malati per il prossimo anno. Due mozioni corrispondenti – di Marina Carobbio (Ps) e Isabelle Chassot (Centro/Fr) – sono state rispedite in commissione per un ulteriore esame. Il plenum ha infatti accolto una mozione d’ordine di Charles Juillard (Centro/Ju), intenzionato a capire se una misura del genere sarebbe davvero utile a chi ha bisogno di aiuto, negando in poche parole l’urgenza della misura.
Saranno d’accordo i rappresentanti dei Cantoni ad accollarsi nuovi oneri? E, se anche il Consiglio degli Stati dirà di sì al controprogetto, basterà questa soluzione, sostenuta in aula dalla maggioranza del PS, a far ritirare l’iniziativa popolare?
Lo sapremo tra non molto, ma i tempi della politica rimangono troppo lunghi!
Dr. med. Franco Denti
Presidente OMCT