Mercoledì, 08 Marzo 2023 10:44

CdT - Limitare il numero di medici, il DSS lancia un censimento

Un censimento per capire quanti siano i medici attivi in Ticino. Con questo obiettivo negli scorsi giorni il Dipartimento della sanità e della socialità (DSS) ha inviato una lettera a circa 2.500 professionisti del settore. «Questo censimento rappresenta un primo necessario passo per promuovere la limitazione del numero dei medici ambulatoriali sul territorio ticinese, così come sancito dalla revisione della Legge federale sull’assicurazione malattie (LAMal) entrata in vigore il 1. luglio 2021», spiega al CdT la responsabile dell’Ufficio di sanità, Patrizia Bottinelli Cancellara. L’obiettivo finale - dopo avervalutato l’offerta di medici sul nostro territorio - sarà quindi di introdurre, laddove necessario, una limitazione del numero di medici ambulatoriali che possono praticare a carico dell’assicurazione malattia. «Il principio risponde alla necessità di ridurre la spesa sanitaria», aggiunge Cancellara. «Attraverso questo censimento avremo una fotografia chiara della densità dell’offerta medica, suddivisa per specializzazione e regione». A quel momento si potrà intervenire. «La limitazione del numero dei medici nel settore ambulatoriale, in definitiva, vuole correggere un’eventuale eccedenza di prestazioni che, sappiamo, influisce sulla spesa sanitaria ».

Chi stabilisce la soglia?

In primo luogo, il Cantone dovrà capire quali siano le percentuali di lavoro dei medici: «Come Cantone sappiamo quante sono le autorizzazioni al libero esercizio concesse attualmente in Ticino. Non sappiamo, invece, quante sono le entità a tempo pieno». Di qui, appunto, la necessità di intervenire con un censimento. «Sono tenuti a partecipare alla raccolta statistica tutti i medici in possesso di un’autorizzazione di libero esercizio nel Canton Ticino, con attività ambulatoriale ospedaliera o extraospedaliera ». Sono quindi esclusi i medici attivi esclusivamente nel settore stazionario. «Concretamente possiamo attenderci che per alcune specializzazioni si introduca un numero massimo di medici. Per altre, meno diffuse sul territorio - come per esempio la psichiatria infantile, l’oftalmologia o la chirurgia della mano - verosimilmente non si dovrà intervenire ». Ad ogni modo, osserva dal canto suo il presidente dell’Ordine dei medici, Franco Denti, «ulteriori criteri pianificatori relativi al fabbisogno di medici in Ticino andranno discussi e condivisi anche con l’Ordine».

Il sistema di riduzione

Il nuovo sistema, che introduce la limitazione settoriale, entrerà a regime il 1. luglio 2025. «Prima di questa data ci sarà una fase transitoria che inizia il 1. luglio 2023 e che durerà due anni », spiega ancora Cancellara. «In questo periodo il fabbisogno di medici corrisponderà all’offerta reale presente sul territorio». In buona sostanza, il fabbisogno di medici in determinate specializzazioni verrà plafonato con il numero di quelli attivi. Per due anni, insomma, non si taglierà. «In certi casi si potranno negare nuove autorizzazioni a operare a carico della LAMal». Dal 2025, invece, verrà impiegato un nuovo calcolo per ridefinire il numero massimo di medici per specializzazione. «Dal 2025, come previsto dalla LAMal, verrà implementato un sistema di regressione vero e proprio, che prevede la fissazione del numero massimo di medici, con dunque la riduzione del numero di medici presenti. Pertanto alcuni medici che cessano l’attività potrebbero non venir sostituiti. Il rilascio delle nuove autorizzazioni di esercizio sarà subordinato al numero massimo stabilito con il nuovo calcolo».

Ma non c’era penuria?

Ma perché limitare il numero dei medici quando in realtà da anni si discute di penuria? «Le università svizzere formano circa 1.200 medici all’anno, quando in realtà il fabbisogno è di 3.000 professionisti», osserva il vicepresidente dell’Ordine dei medici, Nello Broggini. «Oltre il 40% dei medici che aderiscono ogni anno all’FMH sono stranieri». Una situazione che, secondo Broggini, va corretta: «Dobbiamo essere in grado di formare un numero sufficiente di medici, aumentando i posti di formazione nelle nostre università». A questo dato, però, se ne aggiunge un secondo , che riguarda la distribuzione dei medici e delle specialità, osserva Broggini: «La situazione in Svizzera varia molto da cantone a cantone; in linea generale, però, mancano alcuni profili come i medici di famiglia; altre specializzazioni, invece, sono molto bene rappresentate, sia a livello cantonale, sia a livello svizzero». Di qui, appunto, la necessità di intervenire attraverso una limitazione per specialità: «Pur avendo un numero sufficiente di medici - tenuto conto tuttavia che occorre cercarli fuori dai nostri confini - esiste una disparità tra indirizzi che va riequilibrata attraverso la misura che entrerà in vigore a partire dal 2025». Il censimento, come detto, è un primo passo.

Ultima modifica il Giovedì, 09 Marzo 2023 10:46