Ci sono due momenti topici in cui il telefono squilla più spesso nello studio del pediatra: In genere il lunedì mattina e il venerdì, uno in uscita e l’altro subito prima della chiusura per il fine settimana. Il giovedì pomeriggio invece, in genere non si prendono visite. Giacomo Nobile, presidente dell’associazione di categoria nella Svizzera italiana, spiega che vi sono studi più grandi dove lavorano diversi medici insieme che aprono anche, in parte, il giovedì pomeriggio. Una buona parte di pediatri, però, il giovedì pomeriggio rimangono chiusi e questa, dice, è una tradizione di lunga data anche in Svizzera interna e le ragioni dell’epoca sono le stesse di oggi.
La formazione continua obbligatoria per i medici, in questo giorno, lascia “scoperte” le famiglie e si ripercuote, lievemente, anche sulle attività dei pronto soccorso
“Abbiamo un obbligo di formazione - ribadisce Nobile - e le formazioni per i medici, anche per i pediatri, vengono organizzate di regola il giovedì pomeriggio. Dobbiamo fare circa 80 ore all’anno, di cui 50 ore di formazione strutturata, quindi dobbiamo seguire dei corsi veri e propri, ma è anche un dovere professionale del medico formarsi per essere aggiornato sulle cure attuali. Ci sono poi altre incombenze a cui il medico, in questo caso il pediatra, deve far fronte quando non visita: una mole di lavoro burocratica che cresce, bisogna compilare certificati e riflettere anche su determinati casi clinici. Dobbiamo trovare tempo anche per queste cose, che molto spesso vengono fatte il giovedì pomeriggio”.
Da tempo anche l’Ordine dei Medici del Canton Ticino organizza corsi ogni settimana durante il periodo scolastico, il giovedì e il mercoledì, e non solo per i pediatri. Il presidente Franco Denti precisa che si tratta di formazione obbligatoria continua.
“Già dal secolo scorso - dice - abbiamo incrementato questi corsi di formazione in modo da permettere a tutti i medici del Canton Ticino di fare un approfondimento in casa senza andare oltre Gottardo”. I medici ospedalieri svolgono queste formazioni internamente. Ospedali che, dal canto loro, spesso vedono di riflesso aumentare proprio il giovedì i consulti per i casi pediatrici in pronto soccorso.
Numeri in crescita, ma ancora contenuti
Alessandro Bressan, direttore dell’ospedale San Giovanni di Bellinzona, ammette un leggero, fisiologico aumento degli accessi nei pronto soccorsi pediatrici. “Lo definirei - chiosa il direttore - tra il cinque e il 10% in più. Però è interessante vedere anche soprattutto i numeri assoluti. Per esempio, per Bellinzona invece di 13 pazienti ne accedono 14, uno in più. È chiaro che magari tra le 13 e le 17 la situazione è molto più calma, il pronto soccorso è praticamente vuoto... poi è vero che c’è un accumulo e quindi siamo pronti a gestire questa ondata di accessi, se vogliamo, un po’ più marcata.
Nobile, presidente dell’associazione di categoria nella Svizzera italiana, ribadisce tuttavia che per le vere urgenze di sicuro c’è la disponibilità degli ospedali, ma poi vi sono anche situazioni che si ripetono regolarmente come influenza o male alle orecchie, per esempio, per le quali i genitori sviluppano nel tempo una certa competenza nella gestione. Gli stessi bimbi possono essere poi visti i giorni successivi in studio. “E poi, conclude, bisogna anche dire che tanti pediatri lasciano il loro telefono o comunque sono raggiungibili per mail”. Per Nobile cambiare la prassi o prevedere una rotazione dei pediatri il giovedì, o un picchetto, è complicato.