Mancano poche settimane alla scadenza del 24 novembre, domenica di votazioni federali. Ne abbiamo lette di cotte e di crude sul tema del finanziamento uniforme (EFAS), soprattutto da parte dei contrari alla revisione della LAMal. I sindacati puntano alla cassa malati unica e pubblica, mentre i Cantoni latini propongono di scorporare la quarta età dalla LAMal per ghettizzarla, chissà dove...
Basta! Basta distogliere l’attenzione dei cittadini e delle cittadine dal vero scopo della revisione della LAMal. Finalmente voteremo, dopo ben 15 anni di discussioni in Parlamento, per introdurre un’unica chiave di ripartizione dei costi sanitari tra le imposte e i premi per ogni tipologia di prestazioni, siano essere stazionarie (ossia con ricovero), ambulatoriali e di lunga degenza.
Il consigliere di Stato Raffaele De Rosa, contrariamente ai propri colleghi dei Dipartimenti della sanità dei Cantoni sviz zeri, si è messo di traverso, lasciando intendere che, malgrado le buone intenzioni della riforma, costerà al Ticino circa 50 milioni di franchi in più. Non dice, però, che un voto contrario a EFAS confermerà e perpetuerà gli aumenti dei premi di cassa malati dei prossimi anni, dell’ordine di grandezza del 10% all’anno, con la nefasta conseguenza di mettere in ginocchio un gran numero di assicurati che si aggiungeranno agli oltre 100.000 che già beneficiano dei sussidi per la riduzione dei premi (RIPAM).
Grazie al progresso della medicina, a quello tecnico e tecnologico, il futuro della sanità porterà a usufruire sempre più di prestazioni ambulatoriali, anche per interventi chirurgici di routine. Questo è apprezzato soprattutto dai pazienti che entrano al mattino in ospedale e rientrano al proprio domicilio il medesimo giorno, con un maggior comfort. È così evidente che un contenimento dei costi della sanità passa necessariamente da una crescita degli interventi effettuati senza ricovero ospedaliero. Una crescita preclusa dal sistema attuale, perché chiama paradossalmente ancor di più alla cassa chi paga i premi, poiché le prestazioni ambulatoriali sono oggi ancora pagate esclusivamente dai premi di cassa malati, mentre quelle ospedaliere solo in parte.
È un meccanismo perverso, quello attuale, che deve essere assolutamente cambiato.
Per questo mi sento di votare un «sì» convinto alla revisione della LAMal del 24 novembre. Come scrisse K. Marx: «Tutto il resto, son ciance!».
FRANCO DENTI / presidente Ordine dei Medici del Canton Ticino