Dal 1° luglio 2025, il Cantone Ticino ha introdotto un regime definitivo di limitazione nel settore medico ambulatoriale, superando la fase transitoria attiva dal novembre 2023. Obiettivo è quello di controllare la spesa sanitaria, che vede assorbiti nel settore ambulatoriale circa il 40 % dei costi LAMal. Si tratta di una tappa fondamentale nella riforma del sistema sanitario cantonale, finalizzata a contenere i costi ea garantire una distribuzione equilibrata delle risorse, senza compromettere la qualità delle cure né l'accesso della popolazione ai servizi essenziali. Il principio alla base del nuovo regime si fonda sull'articolo 55a della LAMal, che consente ai Cantoni di limitare il numero di medici attivi nel settore ambulatoriale, applicando un modello di regressione solo nei casi ritenuti critici. In Ticino, il gruppo di lavoro istituito ad hoc - composto da rappresentanti dell' OMCT, DSS, EOC, ACPT e ASMACT - ha valutato la situazione di ciascuna specializzazione, formulando raccomandazioni precise basate su indicatori oggettivi quali il tasso di approvvigionamento (TA), il numero di equivalenti a tempo pieno (ETP), le liste d'attesa e le proiezioni demografiche a medio termine.
Nel rapporto consegnato a inizio maggio al Governo, il Gruppo di lavoro ha sostenuto la necessità di porre dei tetti, ma senza applicare il cosiddetto modello regressivo. cioè senza abbassare attivamente il numero di professionisti attivi. Contrariamente alla posizione del gruppo di lavoro, il Consiglio di Stato ha scelto una linea più severa: introduce il modello regressivo in cinque discipline- oncologia,neurologia, nefrologia, chirurgia piastica e chirurgia -e blocca l'accesso in altre tre (cardiologia, gastroenterologia, otorinolaringoiatria) senza però l'indice di regressione.
In pratica, quando uno specialista di oncologia cesserà l'attività, non sarà sostituito se non in casi eccezionali (come cessazioni o trasferimenti di studio).
Tra le specializzazioni più discusse figura l'oncologia medica, che presenta un TA particolarmente elevato: 169,7% nella valutazione iniziale, ridimensionato al 137,8% dopo il ricalcolo dell'UFSP. Ben al di sopra della media svizzera, questo dato ha portato il gruppo di lavoro a proporre una limitazione della specializzazione, pur escludendo l'applicazione del modello di regressione.
Tale scelta riflette la complessità della presa a carico oncologica, che in Ticino si distingue per l'eccellenza dell' istituto Oncologico della Svizzera Italiana (IOSI) e per un'eccellente oncologia sul territorio.
L'alto numero di oncologi è attribuito anche alla gestione “estesa” del paziente, che spesso include attività sub oncologiche, generalmente affidate ad altri specialisti in altri Cantoni. Inoltre, i numeri indicano un progressivo aumento delle diagnosi e un allungamento della speranza di vita dei pazienti oncologici, con cure sempre più croniche e pròlungate nel tempo.
Non da ultimo, si osserva una crescente necessità di sotto specializzazione, che richiede una rete più ampia di pròfessionisti in grado di gestire patologie sempre più specifiche. In quest'ottica, una riduzione del numero di oncologi rischierebbe di compromettere la continuità e la qualità dell'offerta, aggravando le difficoltà legate al ricambio generazionale.
Malgrado l'atteggiamento più restrittivo del Governo, rimango fiducioso per il futuro: infatti, il nuovo modello scatterà solo al momento delle cessazioni o dei pensionamenti. Nessun medico verrà «licenziato» o obbligato a chiudere. Il Gruppo di lavoro manterrà il ruolo di osservatorio e potrà suggerire adeguamenti. Serviranno comunque anni per vedere l'effetto del modello regressivo sulla struttura dell'offerta ambulatoriale e, soprattutto, sui costi e sulla qualità dell'assistenza. In conclusione, il Ticino intraprende una strada decisa: la limitazione attiva del numero di oncologi e di altre specializzazioni mirate potrebbe tradursi in risparmi significativi per le casse malati. Tuttavia, rimane aperto il dibattito tra quantità e qualità, fra la necessità di contenere la spesa e la tutela dell'accesso capillare alle cure. Le prossime mosse della politica e le future osservazioni del gruppo di lavoro saranno cruciali per bilanciare questi obiettivi.