Dal PPD di Lugano non sono molto coccolato - TIO

Mi mancherà l'anima sociale di Bignasca
 
LUGANO - Il "Denti pensiero" punta diritto verso la socialità. Il dottore pipidino tasta il polso all'elettorato e con una calma quasi serafica affronta queste ultime (e tesissime) settimane di battaglia elettorale.
 
Lei è un po' figlio della Città. Qual è la prima immagine che le scorre davanti agli occhi se pensa a Lugano?

"Il Lago. A Lugano ci sono i "ceresiani", gli abitanti che amano il lago. Io sono un ceresiano anche per differenziarmi da quelli che amano la città per altri aspetti. Per fortuna siamo in pochi perché il lago è piccolo (sorride, ndr.)".
 
E la Lugano del futuro come la vede?

"La Lugano del futuro è poco distante da quella che abbiamo adesso. Mi piace poter girare in piena tranquillità in una città pulita e ordinata.
Un mio desiderio è quello di vivere in una città che eviti di isolare gli esclusi. La povertà a Lugano è presente e colpisce soprattutto i giovani che sono in assistenza. La grossa sfida per me sarà quella di evitare l'esclusione sociale dei giovani e degli ultra cinquantenni. La mia non è di certo retorica".
La socialità funziona bene
"La socialità a Lugano è ottima, si fa tanto. Ma bisogna fare qual cosina di più. I giovani bisogna farli rendere, non parcheggiarli in assistenza. Ricordiamoci che il vero capitale sociale è la famiglia. È il figlio che i genitori "producono" e lo "donano" alla società. Ma se viene emarginato questo diventa un problema e la socialità viene meno".
 
Parlando di solidarietà, i colleghi di lista la sostengono?

"Dire che ho un pieno sostegno sarebbe un'ipocrisia. Diciamo che dal Ppd di Lugano non sono molto coccolato. Le coalizioni ci sono e si vedono, alcune si percepiscono. È però anche vero che sono sostenuto dal Partito cantonale. Credo che nel Ppd cittadino ci sia qualche problemino: è troppo aristocratico, distaccato dal popolo. Ma va bene così. Certo, avrei preferito essere accolto più fraternamente. Io sono come sono: semplice. Questa mia semplicità può a volte disturbare".
 
Il fatto di essere vicino al popolo non creava di certo disturbo a Giuliano Bignasca: cosa mancherà del Nano?

"Era un amico. Mi mancherà la sua sensibilità per la socialità. Ho sempre distinto la Lega dal pensiero di Bignasca. Io ci ho messo sei anni a far capire al cantone che paghiamo dei premi cassa malati troppo elevati. Adesso hanno ammesso che abbiamo pagato premi in eccesso. Bignasca mi aveva sostenuto. Diciamo che la sua anima sociale mancherà a tutto il cantone".
 
Parlando della Città, cosa pensa del numero di Dicasteri?

"Diciannove Dicasteri sono troppi. Lugano è una grande città,  un municipale deve fare il  politico non il contabile. Una grande città è come un cantone. Non ha bisogno di amministratori perché è piena di buoni funzionari".
I Municipali sembrano essere molto coesi
"Chi ha gestito negli ultimi anni la Città ed è stato municipale aveva a cuore le sorti di Lugano. Ma si immagina, Cansani andava d'accordo con Giudici, il diavolo e l'acqua santa. Tutto questo solo per un motivo: il bene della città".
 
E lei che interessi porterà avanti, i suoi o quella della Grande Lugano?

"Dico una cosa molto importante: non entrerò mai in un Cda e non rappresento nessuna lobby. Porto dunque solo me stesso e avrò sempre un occhio di riguardo per il bene della città".
 
I grandi progetti sono stati pensati appunto per portare alla città di benefici anche economici. Cosa pensa del progetto da 100 milioni del Polo sportivo?

"Premetto che la mia grande passione è il Lugano calcio. Che piaccia o meno, lo stadio non è una priorità. Siamo 400 persone a vedere la partita, due terzi hanno passato l'età Avs da qualche anno. Con sofferenza dico che non è una priorità. Nei prossimi anni bisogna cercare di tirar dentro soldi in cassa. La prima cosa da fare è il Polo congressuale".
Ci sarà bisogno di un aiuto da parte dei privati.
"Dobbiamo smetterla di pensare che il servizio pubblico sia solo dello Stato. Lo stato non ha più la forza finanziaria. Bisogna fare in modo di sviluppare un'economia sociale. Strutture che possono essere profit o no profit, micro crediti e start up. Dunque i privati saranno il futuro anche per le opere pubbliche".
Il suo municipio ideale da chi sarà composto?
"Uno non c'è più e mi mancherà la sua visione un po' utopistica della vita, Giorgio Giudici, Marco Borradori, Lorenzo Quadri, Io e Jermini... no Jelmini, il Ppd deve fare il raddoppio".