Speciale elezioni - LaRegione

Franco Denti
candidato al Consiglio di Stato per i Verdi

1 Il territorio cantonale è fortemente urbanizzato. Lo sviluppo economico, sostengono in molti, va gestito e orientato. È d'accordo? E se sì, quali le misure prioritarie?

Vedere una vallata bella come un paradiso terrestre deturpata da capannoni industriali, che, oltre a decuplicare il danno ambientale, spesso non portano alcun beneficio economico al nostro cantone, fa male al cuore. Emblematico il caso scandaloso di Sant'Antonino: l'area di tre stadi da calcio sacrificata al capannone di logistica di un'azienda completamente avulsa dal contesto e dai bisogni del territorio. Questo oltre a portare poco valore aggiunto ha la conseguenza di far salire il prezzo dei terreni e ostacolare l'insediamento delle piccole-medie imprese artigianali, peculiarità vitale del nostro sistema economico. Bisogna capire che il politico deve fare il politico, lasciando la pianificazione territoriale ai professionisti quali architetti e urbanisti.

2 Il forte traffico motorizzato del Sottoceneri è un problema che si trascina da anni. Quali gli errori, a suo giudizio, e quali le soluzioni?

Il continuo stillicidio di veicoli è aggravato dal fenomeno del pendolarismo frontaliero. Basti pensare che in pochi anni sul Pian Scairolo si è passati da una situazione già desolante di 33'000 passaggi veicolari giornalieri a oltre 66'000. Quindi: Sì agli incentivi per una mobilità che integri vari mezzi di trasporto e la condivisione dell'autoveicolo, Sì a rafforzare l'offerta pubblica, adeguandola ai bisogni della popolazione (a Barbengo sono 8 anni che "aspettiamo il bus"). Sì alla figura di manager del traffico, proposta con un'iniziativa verde nel 2012. Ecco una carriera per i nostri giovani, con la loro apertura a impiegare le novità tecnologiche e a recepire le pianificazioni urbanistiche più geniali e creative a livello mondiale.

3 La manodopera frontaliera è tutta 'dannosa'? Qual è il 'giusto' contingente per l'economia ticinese?

Stimo i lavoratori frontalieri, indispensabili oggi come ieri in molti settori economici. Tuttavia è impossibile non cogliere il paradosso: attualmente essi coprono 70'000 su 187'000 impieghi totali. Probabilmente la quota fisiologica è di 30'000 unità. Due terzi della forza lavoro nel terziario sono frontalieri: vuol dire che hanno sostituito gli autoctoni in un settore dove esiste manodopera locale adeguatamente formata, creando esuberi e disoccupazione, con il malessere sociale ed economico che ne consegue. Oltre a introdurre contingenti nei settori dove essi scalzano i lavoratori indigeni, sogno maggiore responsabilità delle parti sociali che si impegnino scevre da chiusure e pregiudizi sul progetto comune "Ticino".

4 La scuola dell'obbligo ha bisogno di... (indichi tre proposte)

1) Sono per l'abolizione dei livelli nella scuola media (formula obsoleta e discriminatoria), che considero vivaio di talenti da riconoscere e coltivare, indipendentemente dalla condizione sociale, familiare ed economica. Sono per una scuola delle pari opportunità, non per una scuola uguale per tutti.

2) Valorizzare e sostenere il lavoro del docente nell'arco della sua carriera, con maggiori possibilità di confronto, di autonomia, di avanzamento professionale.

3) Recuperare la manualità: bene essere al passo con i tempi, con la tecnologia e i media, ma i nostri ragazzi li praticano già abbondantemente nel tempo libero, mentre stanno perdendo le abilità pratiche.

5 Contenimento della spesa pubblica. Da dove inizierebbe lei? Da quali settori e per quanti milioni?

Sono contro i tagli lineari maldestri come quelli effettuati nell'ultima legislatura. A favore di un sistema più equo per definire i "sussidi" di cassa malati, rafforzando l'aiuto sociale a chi ne ha bisogno e togliendolo a chi può farne a meno. Nella socialità urge un profondo ripensamento di tutto il sistema dei finanziamenti. Per esempio, gli stessi uffici che si occupano degli aiuti oggi non possono sapere se l'assicurato riceva altre prestazioni complementari. Si arriva così al paradosso che solo il fisco sa di quali aiuti un cittadino è beneficiario. Razionalizzare il sistema per determinare chi ha veramente diritto, oltre a permettere ai beneficiari di pianificare più serenamente la propria esistenza, porterebbe, a mio parere, una riduzione della spesa sociale dai 10 ai 20 milioni.