"DSS: scomodo dire che dietro c'ero io" - Un candidato al giorno - CdT

L'ex PPD sottolinea il suo lavoro nell'ombra – «Ingloriosi» i quattro anni di Beltraminelli
Con questa intervista termina il ciclo «Un candidato al giorno». Il Corriere del Ticino dal 23 febbraio ad oggi ha intervistato i 30 candidati al Governo dei partiti che fanno gruppo in Parlamento, ovvero PLR, Lega, PPD, PS, Verdi e UDC.

Gianni Righinetti

Franco Denti, quali sono le tre priorità per la prossima legislatura?
«Il lavoro per i residenti, con l'applicazione del voto del 9 febbraio. Le finanze dello Stato che andranno risanate entro il 2019, tagliando le spese burocratiche e indebolendo il potere del timbro. In futuro vorrei uno Stato più snello. Va fatta crescere la sanità e rivisto lo Stato sociale: così costoso e troppo complicato».

Come si trova nel suo nuovo partito?
«Bene. È gente giovane, indipendentemente dall'età anagrafica».

Si sente un voltamarsina?
«Per nulla. Sono sempre lo stesso, con gli stessi valori».

Ma come fa, un po' così all'improvviso, a fare l'ecologista?
«Non è così. Già nel 2006, quando ero presidente del circolo medico di Lugano avevo dotato la guardia medica di due auto elettriche. Poi nel mio piccolo parco, preservato dalle ruspe, ho censito ben 25 specie di uccelli e 50 specie di insetti».

Cosa hanno i Verdi che il PPD non aveva?
«Non hanno perso l'animo sociale. Non mi sono trovato a disagio nel partito, ma con la classe dirigente del PPD: io peroravo la causa del cambiamento di dipartimento, convinto che si potesse fare di più e in modo diverso. È andata male. Il mio addio è stata una scelta sofferta».

È vero che nell'Ordine dei medici le avevano posto il veto ad entrare nella Lega?
«Assolutamente no. Anzi c'è chi lo avrebbe voluto».

Come hanno preso i suoi colleghi dell'Ordine dei medici il suo cambiamento di casacca?
«Per l'OMCT è imperativo che il presidente sieda anche in futuro in Parlamento. Se poi dovessi andare in Governo, ancora meglio».

Lei e Savoia, due caratteri forti: come possono convivere?
«Finora non è stato necessario alcun compromesso. Lui conta su di me per la sanità e la socialità, io conto su di lui per molte altre tematiche. Stiamo crescendo insieme. Sin dall'inizio, mi è stata garantita la libertà d'opinione».

Ha lasciato il Parlamento a gennaio. Per rispettare l'impegno sottoscritto con il PPD o perché glielo hanno ricordato i suoi ex?
«La mia è stata una scelta dettata da coerenza personale. Contestualmente alle mie dimissioni dal PPD ho lasciato le varie cariche che mi erano state attribuite dalla volontà popolare mentre ero rappresentante di tale partito. Auspico che questo comportamento venga adottato anche da altri. Diversi politici negli ultimi tempi hanno lasciato il gruppo politico nel quale sono stati eletti, ma non hanno mollato la "cadrega"».

Come mai il dissidio tra lei e Carlo Luigi Caimi non poteva essere sanato?
«Questo è il passato, che nessuno ha mai voluto sanare. Denigrare in assenza chi non può controbattere, non è mai bella cosa. Ma ora basta Caimi».

Lei è stato il più critico e più duro nei confronti del direttore del DSS Paolo Beltraminelli in questa legislatura. Solo perché quella poltrona l'avrebbe voluta lei?
«Sono stato critico perché all'inizio, a chi vuoi bene e credi possa fare di più, è giusto dare una mano. Forse non si sa che con il DSS e i suoi funzionari ho lavorato per 4 anni all'ombra dei riflettori nell'interesse della sanità e socialità ticinese».

Ma non era un boicottatore?
«Per nulla. È solo che era scomodo dire che dietro a certe proposte, come la scelta del modello di cassa malati degli asilanti e il relativo risparmio, c'ero io. Idem per la riforma bis dei sussidi di cassa malati dopo il no alla proposta di tagli lineari di Beltraminelli. Io intendo la politica come servizio e dono per i cittadini».

Dia le pagelle ai cinque consiglieri di Stato.
«Non c'è stata una politica del Consiglio di Stato, ma dei dipartimenti. Manca il politico e lo statista, il solo che si avvicina a questo ruolo è forse Zali, al secondo posto Gobbi, pur con i suoi molti errori. Beltraminelli lascerà certamente il DSS dopo quattro anni ingloriosi e qualche danno. Sadis ha sbagliato tutto sul lavoro: è una buona contabile federale, nulla di più. Con Bertoli è impossibile discutere, un disastro su tutta la linea. La Lega credo riconfermerà i due seggi e il PS dovrà fare molta attenzione a salvare il proprio».

Voi puntate al Governo. Non è eccessivo?
«Sì che si può! L'utopia è motore del mondo. Certamente avanzeremo in Parlamento».

Franco Denti
Età: 57 anni
Segno zodiacale: Vergine
Professione: Medico
Gli amici mi chiamano: Chino
Da piccolo volevo diventare: Medico
Il libro sul comodino: Le confessioni di Sant'Agostino
Il luogo più bello del Ticino: Il Ceresio
Il viaggio da fare: Il pellegrinaggio a Lourdes, come da 25 anni a questa parte
Lugano o Ambrì: Solo il FC Lugano
Il difetto dei ticinesi: Non riescono a dimostrare la loro fierezza
Il suo motto: Si può fare di più
Perché votarla: Perché io possa dimostrare coi fatti che si può fare di più e meglio