Martedì, 06 Ottobre 2015 10:05

RIASSORBIRE LA DISOCCUPAZIONE E’ POSSIBILE

INIZIATIVA presentata nella forma elaborata
 
Modifica della legge sul rilancio dell'occupazione e sul sostegno ai disoccupati (L- rilocc) del 13 ottobre 1997
 
Con la presente iniziativa si chiede la modifica della legge sul rilancio dell'occupazione e sul sostegno ai disoccupati (L-rilocc) del 13 ottobre 1997 nel senso qui appresso descritto.

Capitolo IV - Disposizioni diverse

Obblighi dei datori di lavoro
Art. 21 1I datori di lavoro segnalano tempestivamente al servizio competente:
• a) tutti i posti di lavoro vacanti sul territorio cantonale, prima di qualsiasi annuncio pubblico o ricorso ad agenzie di collocamento
• .....
 
La richiesta di rendere obbligatoria la notifica dei posti vacanti alla Sezione del lavoro era già contenuta, assieme ad altre, nell’iniziativa parlamentare per la modifica della L-rilocc presentata nella forma elaborata dalla sottoscritta per il Gruppo dei Verdi il 17 ottobre 2011. Nel Messaggio 6746 del 6 febbraio 2013, il Consiglio di Stato definiva l’iniziativa „una risposta inadeguata“ ed invitava a respingerla, pur affermando di condividere “ la preoccupazione di fondo di questa iniziativa volta a favorire l’occupazione della popolazione residente e a evitare fenomeni di sostituzione tramite l’assunzione di manodopera estera, in particolare frontaliera”.

Nel frattempo la situazione non è affatto migliorata. I posti vacanti segnalati agli URC continuano ad essere insufficienti rispetto al numero dei disoccupati. In base al Rapporto d'attività 2014 della Sezione del lavoro del DFE lo scorso anno sono transitate dagli Uffici regionali di collocamento (URC) 21'838 persone, i posti vacanti acquisiti però sono stati solo 2'848, vale a dire circa il 13% del totale delle persone alla ricerca di un impiego.

Il numero di posti vacanti segnalati (URC) è irrisorio se si pensa che in un solo anno (2013, i dati del 2014 non sono ancora disponibili) sono stati rilasciati ben 8’240 nuovi permessi G per lavoratori frontalieri (primo rilascio, esclusi i rinnovi e cambiamento di statuto) . Appare quindi evidente che i datori di lavoro preferiscono assumere dipendenti utilizzando altri canali, in particolare le agenzie di collocamento, o con annunci di lavoro anche direttamente all’estero.

Non a caso il numero di lavoratori interinali fra il 2000 e il 2013 è più che raddoppiato, passando da 4'520 a 10'830 e il numero di ore lavorative degli interinali è quasi quadruplicato passando da oltre 1,7 milioni di ore a oltre 6,5 milioni di ore. Anche in questo caso il Consiglio di Stato, rispondendo all’interrogazione n. 61.14 del 17 marzo 2014 “Agenzie interinali e precarizzazione: un fenomeno fuori controllo?” presentata da Elena Bacchetta, si dice “pienamente consapevole della tendenza in atto sul mercato del lavoro, che vede un graduale incremento del ricorso alle agenzie interinali da parte delle aziende. Questa tendenza risponde in parte alle esigenze sempre più complesse e dinamiche del mercato del lavoro attuale, ma visti i rischi di precarizzazione e dumping che presenta dev’essere indubbiamente monitorata e – se del caso – incanalata usando gli strumenti a disposizione”. Anche in questo caso però mancano ancora strumenti atti ad “incanalare” questa tendenza.

Oltre all’aumento dei lavoratori iscritti ad agenzie di prestito di personale, negli ultimi anni è notevolmente cresciuto anche il numero delle “Assunzioni di impiego”, cioè lavoratori notificati assunti direttamente da imprese svizzere: sono passati da 3'709 nel 2005 a 10'610 nel 2014. Lo scorso anno questa categoria di notificati ha svolto in totale 400'389 ore di lavoro (equivalenti a 1'668 posti a tempo pieno), pari a quasi il 60% del totale del volume di lavoro svolto dai notificati. A titolo di paragone quello svolto dagli indipendenti, i cosiddetti padroncini, è pari al 14,7% e quello dei notificati al 25,8%. Da notare che solo il 30% delle “assunzioni di impiego” viene effettuata tramite agenzia, il restante 70% quindi viene assunto tramite altri canali, probabilmente attraverso annunci di lavoro o rivolgendosi direttamente all’estero. Una pratica, quest’ultima, che risulta incomprensibile se si pensa che queste imprese, insediate sul territorio cantonale beneficiano delle condizioni vantaggiose che offre loro la Svizzera, in primis quelle fiscali, senza però poi dimostrare nessun attaccamento al territorio e nessuna responsabilità sociale.
 
Nel primo pacchetto di misure “Mercato del lavoro e occupazione” presentato il 23.09.2015 dal responsabile del Dipartimento finanze ed economia, on. Christian Vitta, l’unica disposizione prevista per aumentare il numero di posti vacanti registrati agli Uffici regionali di collocamento (URC) è “informare un numero maggiore di aziende sui servizi degli URC”. Una misura che non ha nulla di straordinario se si pensa che già lo scorso anno, in occasione della presentazione del rapporto di attività 2014 è stato precisato che gli URC ticinesi hanno sensibilizzato circa 4000 aziende tramite l'invio di un opuscolo informativo, a cui hanno fatto seguito contatti telefonici e più di mille incontri personali con i consulenti del gruppo "aziende".

La situazione sul fronte del lavoro invece è diventata straordinaria: ci troviamo di fronte a una situazione nuova rispetto a quando abbiamo conosciuto in passato poiché dal 2002 il numero dei posti di lavoro (addetti) è aumentato, ma il numero di disoccupati invece di calare aumenta. I disoccupati ILO dal 2002 ad oggi sono saliti da 5’400 a 11’100 e il tasso disoccupazione dal 3,4% al 6,2% , i sottoccupati – cioè chi vorrebbe aumentare la sua percentuale di occupazione – hanno raggiunto un nuovo record nel II trimestre di quest’anno: 18’800 persone e una tasso di disoccupazione che ha raggiunto l’11,3%, erano 8’400 e il tasso 5,3% nel 2004, inizio della statistica .

Un sondaggio online lanciato dall’Associazione Ticino&Lavoro in marzo e al quale hanno partecipato 948 persone ha mostrato che ben l’88% degli utenti ritiene che il servizio dell’URC non è stato utile nella ricerca di un posto di lavoro, solo il 3,3% dei partecipanti sostiene invece di aver trovato lavoro grazie al servizio. Fra le misure proposte per migliorare l'efficacia degli URC al primo posto vi è l’obbligo di notifica dei posti vacanti all’URC.

Oltre ad aumentare gli impieghi segnalati agli URC e quindi le possibilità di trovare lavoro per i disoccupati residenti, l'obbligo di notifica dei posti vacanti agli uffici competenti avrebbe diversi vantaggi:

- ridurrebbe gli annunci di lavoro con salari indecorosi (si pensi all'ultimo caso segnalato da Unia: 1200-1500 euro per un architetto offerti da un'impresa di Lugano) e il rischio di dumping poiché gli URC potrebbero individuare immediatamente i salari abusivi
- indurrebbe i lavoratori a segnalare eventuali abusi salariali. Se a procurare un lavoro a determinate condizioni è un ufficio cantonale, sarebbe più semplice per il lavoratore denunciare un datore di lavoro che non rispetta le condizioni fissate
- ridurrebbe il ricorso alle agenzie di collocamento e alle assunzioni d'impiego, con effetti positivi sul precariato
- impedirebbe la pubblicazione di annunci riservati ai frontalieri, un altro problema di sui il Consiglio di Stato si dichiara cosciente ma per il quale non è stata ancora trovata soluzione
- ridurrebbe la ricerca di personale all'estero
- fornirebbe un quadro più preciso del tipo di impieghi e delle condizioni salariali offerte in Ticino
- aumentando l'offerta di impieghi, si indurrebbero anche i disoccupati che non hanno più diritto alle prestazione o che ancora non l'hanno maturato ad iscriversi agli URC. In questo modo si avrebbe un'immagine più precisa del fenomeno disoccupazione nel cantone e si potrebbero meglio adattare le misure e le scelte strategiche.

La libertà economica verrebbe rispettata poiché non si impedisce la conclusione di contratti collettivi di lavoro e non si obbliga il datore di lavoro ad assumere un disoccupato residente. In compenso però ai disoccupati residenti viene aumentata l'offerta di impieghi disponibili. Se come affermato in occasione della presentazione del Rapporto di attività 2014 della Sezione del lavoro, la maggioranza dei datori di lavoro sono soddisfatti dei servizi ottenuti dagli URC, l’obbligo di notifica non può che essere benefico e potrebbe indurre le imprese a cambiare abitudini ed a rivolgersi in primis al mercato della manodopera residente.
 
Gli appelli alla responsabilità sociale delle imprese degli ultimi anni non hanno dato i frutti sperati; dal II trimestre 2002 al II trimestre 2015 il numero dei posti di lavoro è aumentato di 29'200 unità in Ticino , ma nello stesso periodo i frontalieri sono aumentati di 30'644 persone . Nel frattempo sono stati adottati ben 15 contratti normali di lavoro segno che i casi di abusi si sono estesi. Lanciare un'ennesima opera di sensibilizzazione dei datori di lavoro per invogliarli a segnalare i posti vacanti agli URC rischia di essere un altro buco nell'acqua. Per affrontare la situazione del mondo del lavoro, del tutto diversa a quando conosciuto in passato, occorre adottare nuove soluzioni e l’obbligo della notifica dei posti vacanti è una di queste.
 
Per questi motivi i sottoscritti deputati, con la presente iniziativa, chiedono la modifica della legge sul rilancio dell'occupazione e sul sostegno ai disoccupati (L-rilocc) del 13 ottobre 1997 nel senso qui appresso descritto.

Capitolo IV - Disposizioni diverse

Obblighi dei datori di lavoro
Art. 21 1I datori di lavoro segnalano tempestivamente al servizio competente:
• a) tutti i posti di lavoro vacanti sul territorio cantonale, prima di qualsiasi annuncio pubblico o ricorso ad agenzie di collocamento
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Bellinzona 6 ottobre 2015
Per i Verdi
Michela Delcò Petralli