Sabato, 21 Aprile 2018 07:50

Il Ppd sui costi della sanità? La "radiografia" dell'iniziativa di Cavalli e Denti - ticinotoday.ch

Il Ppd nazionale ha deciso oggi di dare il via libera al lancio di un’iniziativa per limitare i costi della salute e i premi di cassa malati (vedi qui). I popolari democratici svizzeri, intendono chiedere l’introduzione di un meccanismo che limiti l’aumento dei costi annuo ad un quinto dell’aumento dei salari nominali. In caso di superamento di questa soglia entro un anno dovrebbero essere varate misure di risparmio per riportare i costi all’interno della forchetta.
L’oncologo Franco Cavalli, leader del Forum Alternativo è già capogruppo Ps alle Camere federali, pur condividendo l’obiettivo dell’iniziativa, solleva parecchi perplessità sul metodo adottato, come pure sulla sua provenienza. “Come avevo già scritto qualche giorno fa in una lunga disanima del problema dell'aumento dei premi di cassa malati pubblicata nell'ultimo numero dei Quaderni del Forum, l'iniziativa PPD è puramente a scopo elettorale, venendo lanciata proprio un anno prima delle elezioni federali”, commenta.
“Una premessa è d’obbligo, il consigliere nazionale Alain Berset (a capo del Dipartimento federale degli Interni, ndr), pare attualmente avere poche idee, ma in compenso assai confuse", commenta Franco Denti, granconsigliere e presidente dell’Ordine dei medici ticinese. "La proposta PPD ha un aspetto che mi sento di condividere ed è quella di consentire una maggiore deduzione fiscale per i premi di cassa malati”. “La proposta di meccanismo di un freno automatico dei costi”, prosegue invece Denti, “mi trova invero più critico, se penso alla tariffe ospedaliere e ai loro bilanci, ma anche alla qualità delle cure (l’innovazione tecnologica e alle terapie innovative come per esempio nell’oncologia, ma non solo) e al diritto di tutti di essere curati con le migliori cure possibili. Ancora oggi che il sistema sanitario è sotto forti pressioni è ancora il più efficace, efficiente e il più equo al mondo”. Per Denti è “una proposta su cui riflettere che favorisce altre riflessioni sul tema del controllo della spesa sanitaria”.
Per Franco Cavalli, “l’obiettivo (limitare l'aumento dei premi) è giustissimo. Ma bisogna dire come”. “Finora”, osserva, “il PPD si è sempre opposto a tutte le iniziative che cercavano di realizzare questo obiettivo: cassa malati unica, premi proporzionali al reddito, controllo dei prezzi dei farmaci, controllo del volume dell'offerta sanitaria, controllo di qualità delle prestazioni. E sinora il PPD non si è praticamente mai opposto ai continui tagli, cantonali e federali, ai sussidi per i premi di cassa malati: vedi Beltraminelli in Ticino!”.
“Sull’enunciato di possibili risparmi fino al 30%”, sostiene invece Denti, “vie poco da dire, non ha nessuna base scientifica e del resto questa affermazione, nel testo non viene approfondita”. Diverso invece per il presidente dell’Ordine dei medici, “il discorso sui costi inutili o dannosi, qui senz’altro, l’iniziativa ha il pregio di indurre tutti gli operatori a continuare nella riflessione e di accelerare il tempo delle risposte, al di là del 10% di risparmio dichiarato nell’iniziativa”.
Secondo il presidente del PPD nazionale Gerhard Pfister infatti sarebbe possibile operare dei risparmi senza incidere sulla qualità delle cure. “Certo”, ci dice Cavalli, “già Gianfranco Domenighetti lo dimostrava”. “Si possono eliminare molti costi inutili: anche per più di 5 miliardi”, dichiara, “ma ci vogliono propio quelle misure citate sopra e che il PPD ha sempre combattuto!”.
Il pericolo, secondo Cavalli, è che “senza queste misure l'iniziativa del PPD potrà essere realizzata solo aumentando in modo enorme i sussidi statali al pagamento dei premi (quest'ultimi aumentano quasi del doppio dei costi!)”. Aumentare i sussidi, dunque? “Ma se finora li ha sempre voluto diminuire?”, dichiara Cavalli. “Un po' più di serietà non farebbe male”.
Denti è critico infine “sulla proposta di un sistema dirigistico a livello nazionale degli interventi chirurgici da effettuarsi solo in regime ambulatoriale”, che, dichiara, “mi pare un po’ da Soviet Sanitario”. “In Svizzera esistono 26 sistemi sanitari diversi (ogni cantone si regola da solo, o quasi), mi pare di difficile attuazione”, argomenta Denti. “Il Canton lucerna e il Canton Zurigo hanno già fatto questo passo, ora attendiamo di vedere i risultati e non solo quelli economici”.
Ultima modifica il Lunedì, 23 Aprile 2018 07:53