Domenica, 22 Aprile 2018 07:57

Cassa malati: franchigia a 10mila Fr.? - Il Mattino

La proposta della Cassa Malattia CSS, contrariamente a quanto riportato e scritto su diversi media, non è una misura volta al contenimento dei costi della salute in Svizzera, ma è una misura volta unicamente a ridurre i suoi costi di prestazione.
La proposta della CSS vuole semplicemente ridurre i premi facendo pagare di più, direttamente, il cittadinopaziente.
In parole semplici significa che i primi 5000-10000 fr di cure se li paga direttamente il paziente, cosicché i costi delle cure non saranno più addebitati alle casse malati e queste potranno risparmiare e poi ridurre i premi.
In modo assai declamatorio la CSS dichiara che la sua proposta vuole responsabilizzare maggiormente il paziente nelle sue scelte di cura, come se ad una maggior responsabilizzazione del paziente corrisponda automaticamente un risparmio economico.
Questa affermazione, che spesso si sente ripetere nei corridoi della politica e delle casse malati, ma non solo, è l’ennesima bufala a cui molti credono.
Invero si tratta di un pensiero economico, che è tutto meno che lineare ed è contestato da molti autorevoli studiosi. E non regge soprattutto quando si parla di malati.
L’unico dato che trova un’ampia condivisione negli esperti di economia sanitaria è quello che, se si aumenta la soglia di accesso alle prestazioni sanitarie (ad esempio attraverso le franchigie) al massino si può osservare che il momento della prima consultazione, per esempio dal medico di famiglia, viene ritardato.
Ma siamo poi certi che rinviare o rimandare la visita medica porti a un risparmio a lungo termine? La prevenzione delle malattie dove la mettiamo?
Un’altra grossa lacuna della proposta CSS è che non apporta nessun contributo sul tema, che personalmente mi sta a cuore, della qualità delle cure. In conclusione questa proposta è da rigettare perché è volta a minare il concetto di solidarietà intergenerazionale e tra cittadini in buona salute e ammalati, che sta alla base della LAMAL. Ed inoltre non risolve nulla. Detto ciò, non possiamo però dimenticare che se a livello internazionale tutti riconoscono che il nostro sistema sanitario è il più efficace, il più efficiente e il più equo al mondo, abbiamo un meccanismo di socializzazione della spesa sanitaria che oggi grava molto sul ceto medio. La soglia del dolore insopportabile è vicina.
Allora che fare?
Una proposta che io ho formulato diversi anni fa, invero trovando poco ascolto, sembra oggi incontrare qualche consenso nel mondo politico federale.
La proposta è quella di parificare uniformare nel finanziamento, anche se con percentuali diverse, le cure stazionarie (ospedali -cliniche) a quelle ambulatoriali.
Oggi le cure stazionarie sono pagate al 55% dal cantone e per il 45% dalle casse malati (con i nostri premi e partecipazioni), mentre l’ambulatoriale è pagato al 100% con nostri premi di cassa malati.
Ridurre la partecipazione delle Casse Malati (ad esempio al 75%) ai costi della medicina ambulatoriale, permetterebbe immediatamente una riduzione dei premi. Il rimanente 25% sarebbe a carico del Cantone. Ciò che, con quasi 100.000 beneficiari di sussidi di cassa malati, potrebbe tradursi in un incremento di spesa sostenibile. Questa proposta, se non incide sulla crescita dei costi della salute, a mio avviso permetterebbe di diminuire, attraverso la riduzione dei premi, il “dolore” del ceto medio ticinese.
Ultima modifica il Lunedì, 23 Aprile 2018 08:02