Martedì, 25 Settembre 2018 05:58

L'EOC e quel ricorso contro la norma per frenare i medici italiani: Denti scatenato! - liberatv.ch

LUGANO - Franco Denti va all’attacco dell’Ente ospedaliero. Al presidente dell’Ordine dei medici è andato decisamente di traverso il ricorso presentato dall’EOC contro la nuova legge sanitaria. Un ricorso contro una norma velatamente “primanostrista” inserita nel nuovo quadro legale, che mira a porre un freno all’arrivo di medici stranieri, quelli italiani in particolare.
L’Ente ospedaliero, infatti, si oppone all’obbligo per i medici che vogliono esercitare in Ticino di dimostrare una discreta conoscenza di almeno una seconda lingua nazionale, oltre alla lingua del cantone. “La Commissione speciale sanitaria - scrive Denti in un lungo articolo apparso sul Corriere del Ticino - aveva ritenuto fondamentale per un medico attivo in Ticino sapersi districare con il francese o il tedesco in un Paese plurilingue con un alto tasso di pazienti provenienti dalla Svizzera orientale e nel quale l’elenco dei medicamenti, indispensabile strumento di lavoro, è tradotto solo in due lingue, senza prevedere per ora l’italiano (a meno che il Cantone non decida di pagarne la traduzione ogni anno di tasca propria come paventato dal direttore del DSS)”.
“Va ricordato in modo particolare per i medici - aggiunge Denti - che nel proseguimento del perfezionamento professionale per l’ottenimento di un titolo di specialità svizzero e per la formazione continua, l’operatore è di regola obbligato a frequentare centri di formazione d’Oltralpe. Si consideri infine come lo stesso Governo, a livello di vigilanza sanitaria, abbia già dovuto affrontare casi di errata prescrizione di medicamenti da parte di operatori provenienti dall’estero e quindi non in grado di consultare correttamente la farmacopea attualmente tradotta appunto solo in tedesco e francese”.
“Garantire personale medico nelle nostre strutture con buone conoscenze di italiano e conoscenze di base in tedesco o francese sembrava un buon compromesso - conclude Denti nell’esposizione dei fatti - che avrebbe permesso di assicurare maggiore qualità e sicurezza, con un sacrificio tutto sommato esiguo e comunque non diverso da quello che ogni cittadino ticinese deve intraprendere se vuole sopravvivere professionalmente in uno Stato plurilingue, dove l’italiano è la lingua della minoranza”.
E nelle conclusioni dell’articolo apparso sul CdT, il presidente dell’Ordine dei medici affonda il colpo: “L’EOC però non ci sta, e con il suo ricorso ha chiesto e ottenuto l’effetto sospensivo della normativa, minacciando scenari apocalittici nel caso in cui «il circa 40% dei propri medici senza nessuna conoscenza della lingua francese o tedesca» (!) dovesse acquisirla in un periodo di due anni (questo era il termine assegnato dal legislatore per chi già era attivo in Ticino). Sorprende l’alta percentuale di medici all’interno del nostro ospedale pubblico che non parli le lingue nazionali, ciò che dimostra un disinvestimento dell’EOC, azienda parastatale finanziata con circa 200 milioni l’anno dal Cantone, verso le risorse interne al Paese. Sorprende pure che l’EOC impugni una norma decisa e varata dal suo datore di lavoro (il Cantone), ma sorprende ancora di più che a difendere, in tribunale, la posizione del Parlamento ticinese sia il Governo, di cui un rappresentante siede nel CdA dell’Ente e che si era già espresso contrario alla normativa durante il dibattito parlamentare! La repubblica delle banane in confronto è casta”.
Ultima modifica il Mercoledì, 26 Settembre 2018 06:01