Sabato, 19 Gennaio 2019 20:40

Spitex: palla al centro - LaRegione

O tempora, o mores! Non posso passare sotto silenzio l’attacco personale sferratomi sulla ‘Regione’ di ieri da Raoul Ghisletta, in reazione alla mia entrata in materia sull’iniziativa cantonale per l’applicazione di una pianificazione cantonale estesa alle spitex private. Se lui si dice allibito, io ho il diritto di essere esterrefatto. I tempi sono davvero grami se persino un politico di lungo corso come lui incappa in una simile caduta di stile! Certo è più semplice adeguarsi al becerume vigente, che chinarsi al tavolo di dibattito, per trovare soluzioni costruttive. Puntare il dito come i bambini su presunte manchevolezze altrui, anziché ribattere con cognizione di causa alle osservazioni tecniche da me circostanziate in Commissione di Gestione.
Per quanto riguarda l’accusa di assenteismo, a tutti coloro che mi conoscono come un personaggio impegnato instancabilmente a 360 gradi su fronti diversi, è nota la mia abitudine a documentarmi in profondità e intervenire in modo pertinente e autorevole sui temi sanitari. Una presenza di qualità, piuttosto che di quantità. Puntando al nocciolo della questione, ribadisco che presentare a Berna la sua iniziativa espressa in siffatti termini, non produrrebbe altro risultato che provocare l’ilarità generale nei nostri confronti, facendoci etichettare come analfabeti di LAMal. Sull’inconsistenza delle due domande cardine, mi sono già espresso. Dato che Ghisletta cita come avallo il pronunciamento del giurista del Gran Consiglio Tiziano Veronelli, preciso che io interpreto le conclusioni del parere giuridico sottoposto alla Commissione speciale sanitaria, in maniera diametralmente opposta. Infatti, vi si sottolinea come l’aumento dei costi della salute legati all’assistenza e cura a domicilio, pur crescendo in modo significativo, abbia avuto negli ultimi anni un’incidenza marginale (3,5%) sul totale della spesa sanitaria a carico delle casse malati. Pensando a quest’ultima come a una torta, dico io, qualcosa di molto più vicino a una briciola che a una fetta! L’Avv. Veronelli, nella sua disamina, riconduce questo incremento alla “volontà espressa a livello cantonale di favorire la permanenza dei pazienti al proprio domicilio, anziché ricoverarli in strutture sanitarie più onerose”. Una tendenza che ha portato a consistenti risparmi nelle spese di ricovero e di degenza in casa anziani che per altro non abbiamo poiché non c’è per ora nessuna pianificazione di case per anziani dopo il 2020. In breve, un piccolo risparmio da un lato, provocherebbe un incisivo aumento di costi dall’altro. Il gatto si mangia la coda. La coperta tirata di qua o di là, lascia sempre i piedi freddi. Il problema è che l’iniziativa così come è concepita attualmente, colpendo la flessibilità di un ecosistema pubblico-privato ben oliato, favorirebbe i ricoveri in struttura, a scapito delle cure a domicilio, riaccollandone i costi in gran parte sulle spalle del paziente. Ricordo che il finanziamento residuo a carico dell’assicurato, in caso di ricovero in struttura, può arrivare sino al 20% mentre, cito l’Avv. Veronelli, “il legislatore cantonale ticinese aveva a suo tempo deciso di esonerare i pazienti da qualsivoglia finanziamento residuo in ambito di assistenza e cura a domicilio”.
Ultima modifica il Lunedì, 21 Gennaio 2019 20:42