Mercoledì, 20 Novembre 2019 10:00

Non fidiamoci troppo del dr. Google - Scelgo Io

Internet è una fonte inesauribile di informazioni di cui non potrei più fare a meno. Soprattutto sul lavoro: mi aiuta a trovare risposte in un batter d'occhio. Anche quando ho un dolorino do una sbirciatina: magari il dottor Google mi dice cos'è.

Ma quando inizio a scorrere l'elenco infinito delle possibili cause, mi fermo e ripenso alle parole del mio medico: «Le informazioni scientifiche sono per gli addetti ai lavori!». Traduzione: leggi pure, ma non fare il dottore.
 
Il problema è che noi pazienti digitali troviamo di tutto sul web, anche un'infinità di notizie false che possono mettere a rischio la nostra salute. Dalle pubblicità fuorvianti di pillole miracolose alle diete di ogni genere, fino ad arrivare ai casi più assurdi.

In California, Mary Ascension Saulnier sussurra alle cellule di grasso per esorcizzarle. In Italia, Adriano Panzironi, giornalista e venditore di integratori, promette una vita da ultracentenari a chi segue la sua dieta Life 120, ma l'Autorità garante per la concorrenza l'ha sanzionato per informazioni ingannevoli e pubblicità occulta.

Questi e molti altri personaggi di dubbia serietà fanno sempre più proseliti e soldi a palate, screditando medici e scienziati.

Un fenomeno che preoccupa la Federazione italiana degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, che lo scorso ottobre ha organizzato un convegno a Como sulle fake news sull'alimentazione (1). Lo stesso ente ha realizzato un sito che dà risposte sulla salute supportate da dati scientifici e con un linguaggio che dovrebbe essere di facile comprensione (2).

Anche in Svizzera la situazione è così preoccupante?
Franco Denti, presidente dell'Ordine dei medici ticinese, mi ha risposto di no. Finché si tratta della dieta o di piccoli disturbi, si tende a fidarsi di internet, ma «quando la situazione si fa seria, i più preferiscono affidarsi a professionisti accreditati, con alle spalle una formazione accademica di base di otto-dieci anni e una vita intera di aggiornamento continuo».

Ma quante persone cercano sul web informazioni sulla salute? A livello europeo, nella fascia di età tra i 16 e i 74 anni, i più smanettoni sono i Paesi Bassi con una percentuale di oltre il 70%, seguiti da Finlandia e Danimarca, mentre l'Italia è fanalino di coda con il 35%. La Svizzera è al quarto posto con circa il 65% (3).
Il gruppo dei pazienti digitali è quindi folto. Continuiamo pure a navigare, però facciamolo con maggiore consapevolezza.

Visitiamo siti autorevoli e filtriamo le notizie, ricordandoci che il motore di ricerca indicizza ma non è responsabile dei contenuti.
Non affidiamo la nostra salute al primo che scrive. In poche parole, non fidiamoci troppo del dottor Google.
 
Ultima modifica il Mercoledì, 20 Novembre 2019 10:08