Giovedì, 13 Agosto 2020 21:30

“Sarebbe stato più saggio aspettare” - Ticinonews

Per Franco Denti la decisione di sollevare il limite sui grandi assembramenti non è la migliore dal punto di vista sanitario, ma era necessaria per le esigenze della popolazione e dell’economia
 
Franco Denti era stata una delle voci più critiche sulla gestione iniziale della pandemia. Uno dei primi sostenitori dell’obbligo delle mascherine e spesso scettico nei confronti degli allentamenti, il Presidente dell’Ordine dei medici è stato contattato dal Tg Estate di Teleticino per avere una sua opinione sulla decisione di ieri del Consiglio federale di sollevare il limite ai grandi eventi entro fine settembre.
 
Franco Denti, conoscendola, la decisione di Berna non l’avrà entusiasmata troppo...
“È stato fatto un passo molto delicato che tiene conto principalmente dell’esigenze della popolazione da una parte e degli interessi economici dall’altra. Dal punto di vista sanitario forse per una decisione del genere bisognava aspettare, almeno fino alla fine del 2020. Questo anche per capire se in queste settimane e questi mesi si avranno delle novità in fatto di farmaci e vaccini che potranno aiutarci alla gestione dei pazienti affetti da Covid-19. Sarebbe stato più saggio aspettare. La notizia positiva che perlomeno si attende è la fine delle vacanze, quando potremo avere quindi una situazione un po’ più chiara su dove saremo arrivati. È evidente però che un numero di casi come quello odierno (di ieri, ovvero 275 casi, ndr), fanno effettivamente tremare”.
 
Difatti, perché come detto anche da Berset numero è dovuto anche a un maggior numero di test. Però se andiamo a guardare l’evoluzione dei contagi nell’ultimo mese, possiamo dire che l’andamento non sia molto rassicurante...
“Sicuramente viviamo in un mondo di incertezze anche in Svizzera. Il mondo sanitario cerca di dire sempre ‘siamo prudenti’, la politica deve prendere anche atto degli interessi economici e della popolazione. Ripeto, è stata una decisione delicata, almeno si attende la fine di settembre. Però, onestamente, questo rischia di creare grossi problemi per molti cantoni. Sicuramente non è una decisione insindacabile e speriamo che tutto vada per il meglio”.
 
Negli ultimi mesi si è sempre parlato di questa politica a piccoli passi. Visto però che è arrivata la reazione a caldo dei direttori sanitari cantonali, che chiede coordinamento tra i cantoni, secondo lei sarà possibile attuare questa uniformità di regolamenti?
“Le notizie che avevo io dai direttori sanitari è che pregavano si rimandassero tutte le decisioni a fine anno. Ora è fondamentale che ci siano regole chiare per tutti, anche se io francamente dubito che con 26 sistemi sanitari questa via sia facilmente percorribile, anche se per il Consiglio federale è la via da fare”.
 
Se dovessimo riassumere, come valuterebbe quanto scelto oggi a Berna?
“Un passo delicato, che tiene conto degli interessi economici e che mette in dubbio la posizione dei sanitari di questo paese, che fino a questo momento anche a livello di Task Force hanno sempre predicato prudenza”.