Giovedì, 10 Dicembre 2020 11:41

“Un battito d’ ali di farfalla e l’impegno della Medicina per la salute del pianeta” - TuttoGreen

Una metafora per descrivere uno stato d’animo sempre pù diffuso: alla costante ricerca della felicità, finiamo per sentire che sfugge proprio quando pareva a portata di mano.
Il contributo fondamentale del comparto medico per costruire un mondo sempre più sano.
 
Alcuni giorni orsono mentre mi rilassavo sotto un albero secolare delmio giardino, un piccolo-grande avvenimento, ha suscitato in me una serie di riflessioni a catena, che mi hanno fatto risalire dal mio orticello sino ad abbracciare i massimi sistemi.
Nella scia di un pallido raggio di sole tardo-meridiano, una farfalla si era venuta a posare leggera-leggera sul mio avambraccio. Per associazione d’idee, mi è balenata alla mente la metafora della felicità ritenuta inafferrabile come, appunto, il piccolo insetto dell’ordine
dei lepidotteri. Nel nostro mondo affannato, consumistico, onnivoro e mai sazio, la felicità è oramai bene di lusso. Qualcosa di difficile persino da definire. 
Se da una parte siamo intenti in una costante e frenetica ricerca della felicità, dall’altra, viviamo nella perenne e frustrante sensazione che essa ci sfugga proprio quando siamo sul punto di raggiungerla.

Gli antichi greci erano molto più solidi di noi su questo punto: da Epicuro a Aristotele, la felicità, per loro, era basata sul principio della misura. Mantenersi parchi, sobri, rifuggire ogni esagerazione: una regola aurea, da applicare con religiosa dedizione a ogni ambito della
vita.
La pandemia che stiamo attraversando, come un lampo nella notte, ci ha reso evidenti tutti i nostri eccessi. Nel periodo del lockdown, questo nostro popolo di formichine brulicanti, è stato forzato a fermarsi. Niente più traffico, niente più smog, annientato per qualche
mese il frenetico gomitolo di traiettorie aeree che avvolge e inquina perennemente l’atmosfera terrestre, senza requie a ogni ora del giorno e della notte.
Stop alle corse, agli appuntamenti, agli spettacoli, ai riti sociali, alle mangiate con gli amici, agli acquisti.
Per noi medici è stata (ed è) una battaglia verso un nemico odioso, da combattere in prima linea, con l’obiettivo che neppure uno dei pazienti che ci sono affidati vada perduto. Tuttavia, mi è capitato seppure per un momento, di soffermarmi con compiacimento, a contemplare la calma, il silenzio, l’aria più tersa e profumata, che si respirava durante i giorni del confinamento. Se le crisi, come si dice, sono opportunità, questa grande emergenza è per il mondo la grande occasione per fermarsi e riflettere sull’essenziale. Tolto
il frenetico, tolto il superfluo, costretti a rimanere con noi stessi e con i nostri valori più radicati. Ripensando all’aurea mediocritas degli antichi, all’armonia data dalla conservazione degli equilibri delle filosofie orientali, al creato come giardino che ci è stato affidato da Dio per curarcene e preservarlo, di noi cristiani.
Piuttosto che affannarci ad accumulare oggetti, pensare a orientarci verso una società e un’economia che declinino la qualità della vita di ognuno di noi in un equilibrio nuovo, che sappia conservare la qualità del lavoro, la qualità dell’aria e la qualità di tutto l’ambiente
che ci circonda.
Anche nel mio settore, sta avvenendo un nuovo posizionamento di noi medici sul tema del cambiamento climatico e della salute. Alla fine di questo mese, durante la riunione plenaria dei medici svizzeri, la Camera Medica FMH, verrà presentato un manifesto che vi anticipo qui sotto, nel quale vengono dettagliati chiaramente i tre capisaldi per una società sana e armoniosa.
 
Per ora si tratta di proposte, che debbono essere discusse, calibrate e orientate dai medici.
 
Firmando il manifesto, i medici svizzeri riconosceranno il cambiamento climatico come la più grave minaccia per la salute nazionale e mondiale e si impegneranno a discutere programmi, orientamenti e soluzioni praticabili, nella maniera propria di noi medici:
puntando a soluzioni concrete piuttosto che alla strumentalizzazione politica.
Ricordo che la nostra è la categoria professionale alla quale a livello mondiale viene attribuita maggiore fiducia.
Abbiamo quindi una speciale responsabilità e il dovere di occuparci in prima linea di questa emergenza di prima grandezza.
Sono fiero di essere stato designato a fare parte del Gruppo di lavoro federale “Cambiamento climatico e salute. Possibili strategie d’azione per i medici svizzeri”, un gremio di 12 esperti, incaricati di tracciare le linee guida di una strategia comune, da presentare all’intero corpo medico nella Camera Medica della prossima primavera. 
Il rapporto 2019 della prestigiosa rivista scientifica The Lancet, lo ha detto a chiare lettere: nessun continente, nessuna fascia d’età, nessuna classe sociale è o resterà immune dai danni prodotti dal cambiamento climatico. La salute della popolazione mondiale è sempre più spesso esposta a pericoli di surriscaldamento, inondazioni, incendi boschivi e tempeste tropicali. È scientificamente provata la correlazione tra tali cambiamenti ecologici e l’insorgere di malattie zoonotiche, come l’Ebola, l’AIDS, l’influenza aviaria e l’attuale Covid-19.
I danni dovuti al cambiamento climatico rappresentano già adesso la minaccia più grave alla salute degli abitanti del pianeta. Un pericolo che azzera o mette gravemente a repentaglio i progressi raggiunti in secoli di scienza medica.
I medici sono intenzionati a trovare soluzioni, affrontando il problema secondo l’ottica “One Health”, definita della World Health Organization. Si tratta di un approccio globale alla salute, che tiene conto del parere di esperti non solo nel campo medico e microbiologico, ma anche della salute delle piante e degli animali. 
Come ha dimostrato l’attuale pandemia, il mondo umano, animale e botanico sono strettamente interconnessi tra di loro e per tutelarne la salute, non si può prescindere da considerarli nel loro insieme e attraverso un approccio multidisciplinare.
Ritornando all’episodio iniziale che mi ha suscitato tutte queste riflessioni e per chiudere il cerchio: è noto, come in fisica, per spiegare la teoria del caos, si ricorra al paradosso enunciato dal matematico statunitense Edward Norton Lorenz, secondo cui l’impalpabile battito d’ali di una farfalla in Brasile, può, provocando una reazione a catena di fenomeni fisico-metereologici, causare un tornado in Texas.
Effetto farfalla – One Health. Salute umana, animale e ambientale. Tutto è connesso
 
Dr. med. Franco Denti
 
 
 
Ultima modifica il Domenica, 17 Gennaio 2021 11:52