Giovedì, 25 Marzo 2021 12:34

In Svizzera e in Ticino sempre più medici stranieri - CdT

A livello nazionale i camici bianchi provenienti dall’estero sono il 37% – Nel cantone la metà è in possesso di un diploma estero – Franco Denti: «Va abolito il numerus clausus nelle università»
 
L’emergenza sanitaria legata al coronavirus ha mostrato l’urgenza di disporre di sufficiente personale medico e il rischio di vedersi precettare da Roma il personale sanitario italiano impiegato in Svizzera ha fatto squillare più di un campanello d’allarme. Il temuto scenario non si è concretizzato, ma il tema resta attuale visto che la Confederazione diventa ogni anno sempre più dipendente dall’estero. Nel 2020, infatti, si contavano 38.502 camici bianchi in attività – in aumento dell’1,6% (620 persone) rispetto al 2019 e di questi, 14.386 erano stranieri (ossia con un diploma conseguito all’estero).
 
Una crescita costante
Quella evidenziata dalla statistica annuale dell’Associazione professionale dei medici svizzeri (FMH) è una tendenza in atto da ormai sei anni - nel 2014 la percentuale di medici stranieri si attestava al 31%. Nel 2019 è aumentata dello 0,9% – passando dal 35,4% al 36,3% del totale – e nel 2020 si è appunto attestata al 37,4%. La statistica della FMH evidenzia poi come la maggioranza dei camici bianchi stranieri sia di origine tedesca (7.566, ovvero il 19,7% del totale). Seguono i medici di origine italiana (1.304, 3,4 %), francese (1.016, 2,6 %) e austriaca (870, 2,3%). Guardando qualche anno più indietro, tale crescita appare però ben più importante. Nel 2013, ad esempio, i medici stranieri erano 9.756 (il 29,4% del totale di 33.242). Tra il 2013 e lo scorso anno l’aumento è stato di 4.619 unità. Un’avanzata importante soprattutto se si considera che il numero complessivo di medici in tutta la Svizzera è cresciuto di 5.260 unità durante questo periodo. In cifre assolute, ciò significa che l’87,8% di questo aumento è legato ai medici provenienti d’oltreconfine. Nel settore ambulatoriale, la percentuale di medici stranieri è del 34,5%, contro il 40,5% del settore ospedaliero. Anche il Ticino si conferma cantone con un’elevata percentuale di medici stranieri: stando al rendiconto del DSS, a fine 2019 su 2.071 medici attivi, 1.053 (il 50,8%) erano in possesso di un diploma estero riconosciuto dall’UFSP. Anche in questo caso si è assistito a un aumento su base annua: nel 2018, infatti, su 2.039 medici, 1.003 (il 49,2%) erano in possesso di un titolo di studio estero.
 
«Misure che non arrivano»
«Aspettiamo ancora misure incisive che non arrivano, osserva Franco Denti, presidente dell’Ordine dei Medici del Canton Ticino (OMCT). La dipendenza dall’estero è un dato di fatto, ma alcuni correttivi sono possibili. «Il primo è l’abolizione del numerus clausus nelle facoltà di medicina e nelle scuole sanitarie». Il secondo asse di intervento riguarda «la creazione di un istituto di medicina di famiglia alla Facoltà di medicina dell’USI» per far fronte al calo in atto dal 2013 del numero di questi professionisti. Il terzo correttivo è «il miglioramento delle condizioni di lavoro per i medici assistenti», una professione «che si sta femminilizzando» e che quindi «dovrebbe permettere orari di lavoro ridotti». Infine, non va dimenticata la revisione della legge per limitare il numero dei medici, che entrerà in vigore a luglio 2021 al posto dell’attuale moratoria. Per Denti è imperativo preservare la medicina territoriale: «Durante la pandemia abbiamo visto come in Lombardia - dove questo tipo di medicina è venuta meno - gli ospedali siano andati letteralmente in tilt senza questo filtro».