Martedì, 06 Aprile 2021 08:56

Una mano lava l’altra: i “co–benefici” uomo sano, ambiente felice - TuttoGreen

In questi ultimi giorni assistiamo a un susseguirsi di anniversari della pandemia da Coronavirus: il primo decesso in Svizzera, il primo lockdown, l’istituzione (25 marzo 2020) dei checkpoint dell’Ordine dei Medici, fondamentali per il contenimento della pandemia tramite test di depistaggio in Ticino.
 
Si tratta di un rosario doloroso, in cui ogni grano ha significato una sofferenza o una perdita, personale e comunitaria. Un anno penoso nel quale, tra i tanti aspetti negativi, ve ne è stato almeno uno che fa ben sperare: restrizioni e confinamenti hanno fatto consumare una quantità infinitamente minore di benzina, si sono drasticamente ridotti i viaggi aerei, il traffico veicolare, le produzioni e i commerci dell’economia globalizzata, l’inquinamento atmosferico. Le levate all’alba e le corse per non perdere il treno che ci portava agli importanti 
simposi indetti in Svizzera interna con inizio alle 9, sembrano ormai storia relegata al passato e ci siamo fatti abili a “smanettare” sul computer per seguirle in via telematica. Questo la dice lunga su come, prima della pandemia, gli eccessi fossero diventati un’abitudine
e lo spingersi oltre ai limiti insiti nella natura fosse divenuta la norma, piuttosto che l’eccezione.
Ora, che il genere umano è costretto ad autolimitarsi, comprendiamo quanto era prezioso ciò che prima davamo per scontato e che rischiamo di perdere per sempre, se non ci diamo da soli una “regolata”. 
Negli ultimi 365 lunghissimi giorni ci siamo familiarizzati con la sensazione di respiro corto e faticoso generata dalle mascherine, alleate che ci proteggono dal contagio. Eppure, mentre perdevamo progressivamente il nostro respiro, si aveva la percezione che il pianeta stesse progressivamente riguadagnando il suo. Nel 2015 l’enciclica di Papa Francesco “Laudato si’” aveva portato all’attenzione della popolazione mondiale il concetto del mondo come casa comune, di cui è bene prendersi cura, per stare meglio con noi stessi e in armonia con la natura che ci circonda.
Il 2019, complice un innalzamento straordinario della temperatura mondiale, è stato definito “l’anno del clima”, per via della grande sollevazione delle coscienze, che ha proiettato i temi ambientali fuori dai circuiti specialistici di nicchia, per renderli oggetto di dibattito pubblico.

One Health, Eco Health, Planetary Health 
Sorge un’accresciuta consapevolezza, l’immaginario collettivo è scosso nelle fondamenta dalla “crociata dei giovani”. Come sempre avviene quando un tema sale alla ribalta per trasformare il contesto, l’attenzione del mondo accademico si rivolge verso un nuovo tema: quello della salute planetaria, scienza nella quale confluiscono più discipline e scienze settoriali, per indagare le complesse ma strette interrelazioni tra salute umana, animale e dell’ambiente.
Le scienze mediche, interfacciandosi con quelle biologiche ed ecologiche, hanno cominciato a elaborare concetti come “One Health”, “Eco Health” e “Planetary Health”. Una nuova materia di studio e ricerca comincia a fare capolino sulle cattedre di alcune facoltà di medicina svizzere come Friburgo e Basilea.
La salute planetaria è una scienza inedita che ci racconta di un arazzo a fitta trama di luce e ombra. 
Se lo guardiamo dal rovescio, notiamo un pesante intreccio dai toni oscuri: sono i danni e le catastrofi che minacciano il pianeta, se andiamo avanti nel superare i limiti della natura.
Il rapporto Countdown 2019, della prestigiosa rivista scientifica The Lancet, ha rivelato che la salute della popolazione mondiale è sempre più esposta a pericoli di surriscaldamento, inondazioni, incendi boschivi e tempeste tropicali. È scientificamente provata la correlazione tra mutamenti degli ecosistemi e insorgere di malattie zoonotiche, come l’Ebola, l’AIDS, l’influenza aviaria e l’attuale COVID-19. A livello mondiale, sono state identificate soglie da non oltrepassare nella trasformazione degli ecosistemi in nove ambiti diversi. Sono i cosiddetti “limiti planetari”.
Se riusciamo a sviluppare le attività umane entro i loro confini, permettiamo al sistema terra di continuare a funzionare all’infinito, grazie alla sua capacità intrinseca di rigenerare risorse, e consentiamo all’umanità di proseguire nel suo sviluppo. Se capovolgiamo il nostro arazzo, ci attende una visione ben più luminosa. Si tratta della differenza che possiamo fare, dei benefici dei quali potremmo godere, adottando comportamenti virtuosi.
I medici, nella duplice veste di scienziati e di depositari della fiducia collettiva, sono osservatori privilegiati che possono studiare ed evidenziare tanto gli effetti deleteri che le degradazioni ambientali possono avere sulla salute umana, quanto le invisibili ma profonde
correlazioni tra questi due aspetti. 

Alimentazione, mobilità, natura 
Il gruppo di lavoro “Cambiamenti climatici e salute” della Federazione dei Medici svizzeri FMH, di cui mi onoro di fare parte, sta approfondendo un concetto chiave, di cui mi auguro sentiremo parlare nei prossimi anni.
Se da una parte certi comportamenti del genere umano contribuiscono al riscaldamento climatico e alla degradazione degli ecosistemi, l’altra faccia della medaglia è rappresentata dal concetto di Co-beneficio.
L’Associazione mondiale dei medici di famiglia, la WONCA, organizzazione no-profit che riunisce 500 mila medici di famiglia di 131 paesi, ne ha dato la seguente definizione: “Scelte quotidiane e cambiamenti chiave che le persone possono operare nella propria
vita, che portano a un beneficio per la loro salute e per quella dell’ambiente”.
Partendo dall’assunto che il mondo umano, animale e botanico sono interconnessi, per tutelarne la salute non si può prescindere dal considerarli attraverso un approccio multidisciplinare.
Tra i molti temi evidenziati dalla WONCA, il nostro gruppo FMH ha circoscritto tre ambiti fondamentali in cui, tramite gli studi, la comunicazione sui media e i suggerimenti ai propri pazienti, possono fare la differenza: l’alimentazione, il movimento attivo e il contatto con la natura.
 Alimentazione: gli studi ambientali e quelli medici confluiscono nel dimostrare il co-beneficio, per ambiente e salute umana, di un’alimentazione più sana ed equilibrata, con assunzione di meno alimenti di origine animale (in particolare carni rosse), alimenti industriali ultra-raffinati e zuccheri. L’utilizzo di pesticidi per le colture, e di antibiotici per l’allevamento animale, hanno un impatto negativo sulla salute umana. Privilegiare prodotti freschi, locali, di stagione, provenienti da agricoltura biologica, permette di diminuire l’impatto sull’ambiente, innestando una filiera di corollari positivi. Nel circolo virtuoso del co-beneficio, un’alimentazione più sana e consapevole si ripercuote sull’aumento dell’aspettativa di vita in condizioni di benessere. 
 Mobilità: in Svizzera, la mobilità motorizzata è responsabile da sola del 30% delle emissioni dei gas a effetto serra. Oltre agli evidenti impatti negativi sull’ambiente, in termini di smog e polveri fini, essa ha diversi effetti nefasti sulla salute umana, legati all’inquinamento, agli incidenti in auto, alla sedentarietà, uno dei principali fattori di rischio per le malattie non trasmissibili. Favorire la mobilità attiva, cioè gli spostamenti a piedi o in bicicletta per i tragitti brevi, permette di guadagnare diversi anni di vita in buona salute e riduce l’inquinamento atmosferico. Nel nostro Paese, è stato calcolato che la maggior parte degli spostamenti ricorrenti avviene nel limite dei 5 Km, una distanza facilmente percorribile in bicicletta.
 Contatto con la natura: gli studi degli ultimi anni hanno provato che la salute beneficia molto di più di mobilità e di attività fisica, se queste vengono svolte all’aperto, alla luce del sole e a contatto con l’ambiente naturale. Esistono dei legami scientificamente dimostrabili tra la diminuzione della biodiversità e l’impoverimento delle risorse immunitarie umane (a partire dalla flora intestinale). I contatti con la natura provocano grandi benefici, non solo per il sistema immunitario che si rinforza e le allergie che diminuiscono, ma anche sul piano del benessere interiore dell’essere umano.

Che sia un buon giorno per tutti noi! 
Una volta in chiaro questi aspetti, la strada per il medico è segnata: informarsi, diffondere consapevolezza, essere di esempio. 
È emozionante potere scrivere una nuova pagina di storia, essere parte integrante del gruppo di medici che pone le basi per una scienza nuova la quale, mi auguro di cuore, ci guiderà verso un pianeta in cui possiamo camminare a testa alta, dove progresso possa fare rima con benessere, ecologia, aria pulita, equità nell’accesso alle cure. Insomma, ispirandoci al finale del film neorealista “Miracolo a Milano” di Zavattini-De Sica, in cui “buongiorno voglia dire davvero BUON GIORNO!” per noi, i nostri amici animali e l’ambiente, il meraviglioso giardino in cui ci è stato dato di vivere.
Ultima modifica il Martedì, 06 Aprile 2021 09:08