Possiamo permetterci qualche allentamento?
“È una bella domanda, diciamo che vediamo una situazione preoccupante e di grande incertezza per la valutazione del quadro epidemiologico. I quattro indici del Consiglio federale per poter scegliere nuove aperture sono parametri che non sappiamo se sono vincolanti o meno. Oggi se guardiamo la situazione ticinese vediamo che diminuiscono i numeri dei test che vengono fatti - almeno quelli accertati - ma abbiamo un tasso di replicazione che è in aumento. Nei nostri checkpoint siamo arrivati al 17% di positività, i posti di letto di cure intense stanno aumentando. Per questo l’incertezza è assoluta”.
È un appello alla prudenza e ad aspettare con le riaperture?
“Il Consiglio federale sembra che stia ripensando alle fasi di riapertura graduali che però tiene conto del tasso di vaccinazione. L’obiettivo è arrivare a fine giugno con tutta la popolazione (che lo desidera) vaccinata. In ogni caso, credo che forse tre settimane di sacrificio ci vorrebbero”.
Non avrebbe più senso gestire l’apertura delle terrazze che devono rispettare dei parametri piuttosto che lasciare le persone assembrarsi all’esterno?
“La risposta sarebbe ovvia. Quello che però pecca è lo stare seduti a lungo tempo allo stesso tavolo. Capisco il problema ma oggi abbiamo una situazione complicata, io credo che sia importante mettere in sicurezza più gente possibile. L’unico sistema oggi è vaccinare più persone possibile e prevedere una riapertura graduale. La voglia di riaprire ce l’ho anche io ma personalmente vivo nell’incertezza e cos’è giusto fare è difficile dirlo, so che abbiamo sbagliato due volte e non vorrei sbagliare anche questa volta”.
Da Berna hanno detto che i contagi aumentano ma non in modo marcato. La terza ondata non è arrivata in modo così forte. Abbiamo imparato a comportarci bene?
“Abbiamo messo in sicurezza le persone più fragili e quindi l’età degli ospedalizzati si è abbassata. Viviamo in una situazione di massima incertezza, i dati ci sono ma sappiamo che non dobbiamo sbagliare e per questo credo che sia meglio avanzare con le vaccinazioni senza pensare alle riaperture. Da metà maggio potrebbero esserci delle svolte”.
“Ci vogliono ancora settimane di sacrificio” (ticinonews.ch)