Giovedì, 27 Gennaio 2022 18:55

«Costi della salute alle stelle», ma i medici scuotono la testa - CdT

Santésuisse avverte: nel 2021 l’aumento è del 5%, i premi potrebbero aumentare parecchio — Lievitati in particolare gli oneri per la fisioterapia, il settore ambulatoriale e le cure a domicilio — Franco Denti: «Conclusioni tratte in modo intellettualmente scorretto»
 
L’organizzazione degli assicuratori malattia Santésuisse mette in guardia: i costi sanitari nel 2021 hanno subito uno dei più forti aumenti degli ultimi dieci anni, e i premi di cassa malati potrebbero quindi aumentare parecchio nel 2023, mettendo fine alla stabilizzazione raggiunta negli ultimi anni. L’associazione, che include la maggior parte delle casse malati, chiede controlli severi su laboratori e medici. Chi rappresenta quest’ultimi però risponde: non è così che si fanno i calcoli. Quest’anno i premi dell’assicurazione sanitaria sono scesi per la prima volta dal 2008. In media la diminuzione è stata dello 0,2%. Ciò grazie alla riduzione delle riserve delle casse malati. Nel 2022 le cose potrebbero cambiare: nel 2021 i costi sono saliti in media del 5,1% per ogni assicurato, precisa Santésuisse in una nota, aggiungendo che una crescita di questa entità per l’assicurazione di base non si vedeva dal 2013. Il calcolo, viene fatto notare, non include i costi per le vaccinazioni anti-COVID-19. L’Aumento più consistente delle spese sanitarie è stato registrato tra i fisioterapisti (+ 18% pro capite rispetto al 2020). Anche nel settore ambulatoriale medico e ospedaliero i costi hanno segnato un aumento, rispettivamente +6 e 7%. Pure per i laboratori si rileva una crescita significativa, maggiore al 5%. I calcoli di Santésuisse non includono però i costi per i test COVID pagati dalla Confederazione. La pandemia sarebbe insomma solo una delle cause dell’aumento dei costi. Anche se di sicuro ad essa e al bisogno di stare il più possibile a casa è dovuto l’incremento registrato per le cure a domicilio (oltre il 6%). In generale l’organizzazione stima che, dall’inizio della crisi, le spese legate al coronavirus a carico degli assicuratori ammontino a circa 1 miliardo di franchi. Per Santésuisse il rincaro è «preoccupante». Tra il 2010 e il 2020 i costi per la cassa malattia obbligatoria sono saliti infatti in media del 2,5% pro capite, mentre i salari nominali solo dello 0,7% e il Prodotto interno lordo dello 0,2%.
 
 
Bacchettati medici e laboratori
 
Per rallentare questo aumento, Santésuisse propone delle misure. In primis, «i partner tariffali devono fissare delle misure calmieranti nelle loro convenzioni tariffali», come previsto dal primo pacchetto di contenimento dei costi approvato dalle Camere. Secondo, la qualità delle prestazioni dovrebbe diventare un criterio inderogabile per la rimunerazione. I servizi che non soddisfano i criteri di efficacia, appropriatezza ed economicità richiesti da Berna dovrebbero essere esclusi dalla rimunerazione. In altre parole: i pazienti dovrebbero pagarli di tasca loro. Per Santésuisse occorre poi sottoporre le tariffe ufficiali (farmaci, mezzi e apparecchi, tariffe dei laboratori, ecc) a una verifica periodica. È infine necessario incaricare una commissione extraparlamentare di monitorare i costi in determinati settori e formulare raccomandazioni. Santésuisse prende di mira anche i prezzi dei medicamenti, alti rispetto all’estero. Raffrontarli regolarmente e adeguarli al livello europeo permetterebbe di realizzare grossi risparmi. Inoltre bisognerebbe introdurre rapidamente gli importi forfetari ambulatoriali e affrettare la pianificazione dell’approvvigionamento nel settore ambulatoriale e stazionario.
 
La questione delle riserve
 
Per Franco Denti, presidente dell’Ordine dei Medici del Canton Ticino, paragonare i costi del 2021 con quelli del 2020 «è intellettualmente scorretto», dato che il 2020 è stato l’anno in cui le cure mediche hanno subito una brusca frenata a causa dell’emergenza COVID. Una frenata che in Ticino si è fatta sentire di più rispetto alla media nazionale (-1,8% di costi, contro il +0.4% a livello svizzero, secondo il Monitoring dei costi LAMal, ndr)». È insomma «normale attendersi un aumento dei costi per il 2021, perché l’andamento pandemico ha permesso alla sanità di lavorare meglio rispetto al 2020», afferma. Dando poi un’occhiata ai costi nel 2020, «è chiaro che lo stop delle attività operatorie non COVID ha permesso agli assicuratori di gonfiare le loro riserve miliardarie, che eccedono di gran lunga il minimo previsto per legge». Da parte delle casse malati, dice Denti, «non si fa però nessun accenno di volerle abbassare». Sulle misure proposte il medico dice di «stendere un velo pietoso». A suo dire si tratta di «forzature strumentali che rischiano di diminuire la qualità delle cure e la protezione sanitaria degli assicurati». Misure «di un burocratismo esasperato». La richiesta «più pericolosa» è però quella della commissione extraparlamentare: «Chi saranno i membri? Le assicurazioni e ancora le assicurazioni? Vogliono portare via ai politici la facoltà di ragionare».
Ultima modifica il Venerdì, 28 Gennaio 2022 08:58